Plastico ferroviario, da dove cominciare?


Il primo dilemma che spesso assale il modellista alle prime armi che vuole inizare la costruzione di un plastico ferroviario è: “da dove comincio”?

In effetti la pregettazione e realizzazione di un plastico non è così semplice, ma se si seguono alcune semplici linee guida di sicuro si possono ridurre gli errori, i tempi di realizzazione, i costi ed ottenere di contro un risultato molto soddisfacente.

1. Lo spazio

Ovviamente la prima cosa da tenere presente quando si progetta un plastico ferroviario è lo spazio. Inutile avere progetti troppo ambiziosi se si ha a disposizione uno spazio ridotto; ciò non vuole dire che poco spazio è sinonimo di plastico di fascia bassa. Alcuni piccoli accorgimenti ci faranno risparmiare spazio e renderanno lo sviluppo del tracciato anche più realistico e divertente. Il prossimo punto è di sicuro quello che più influenza lo sfruttamento dello spazio disponibile.

2. La scala

In commercio esistono diverse scale ferroviarie. Le più comuni sono la HO (fattore di riduzione 1:87) e la scala N (1:160) seguite a ruota dalla emergente scala  TT (1:120) che risulta un buon compromesso. Andando nel piccolissimo esiste anche la scala Z (1:220), mentre per chi ha molto spazio esiste anche la scala G (propriamente una scala da giardino, fattore di riduzione 1:22,5). Altre scale esistenti sono la 0 e la 1. Tralasciamo qui le scale degli scartamenti ridotti, perché sono fuori dal normale utilizzo dei modellisti alle prime armi.

La scala HO, quella più diffusa, permette di ottenere plastici di bellissima fattura e realismo. Gli ingombri sono da non sottovalutare, considerando che una curva a 180 gradi, non troppo stretta, ha un ungombro di circa un metro.

La scala N è una valida alternativa per chi ha poco spazio, garantendo grande realismo ed una grande varietà di articoli a catalogo. Rispetto alla scala HO presenta una difficoltà maggiore di realizzazione, richiedendo più precisione.

La scala TT, come accennato, rappresenta un valido compromesso e si sta prepotentemente imponendo tra gli appassionati modellisti.

3. L’epoca

La storia delle ferrovie viene suddivisa in varie epoche. Ogni epoca ha le sue caratteristiche e può anche essere scelta in funzione dello spazio che si ha a disposizione.

Se infatti si sceglie di ambientare il proprio plastico ferroviario nella moderna epoca VI (2010-oggi) dovremo necessariamente prevedere convogli con numerose carrozze lunghe e raggi di curvatura ampi. Va da sé quindi che questa scelta mal si concilia con un piccolo plastico. Invece le prime epoche (dalla nascita delle ferrovie fino al primo dopoguerra) sono caratterizzate da linee con curve più strette, idonee per le basse velocità del tempo e soprattutto convogli anche con carrozze corte (rendendo quindi plausibili stazioni con marciapiedi corti).

 4. Ambientazione

Per ambientazione qui intendiamo non quella del Paese (che comunque va tenuta in considerazione ma va molto secondo i gusti del fermodellista) ma del tipo di paesaggio. Più lo scenario sarà ambientato in montagna e più dovremo fare i conti con cambi di pendenze, curve, paesaggio frastagliato. L’ambientazione montana rappresenta quindi una sfida in più per le abilità del modellista, ma aiuta anche a mascherare le inevitabili problematiche del piccolo plastico: un tratto in galleria maschera egregiamente la sensazione di circuito giocattolo. Una valida alternativa alla galleria, di più semplice realizzazione e più economica, è quella di fare passare la linea in un tratto in trincea, magari ricco di alberi.

5. Analogico o digitale

Molti di noi hanno cominciato questo hobby con un circuito analogico. L’utilizzo di questa tecnologia nel plastico ferroviario ha fondamentalmente un lato negativo: i cablaggi! Ogni singolo troncone di binario, ad esempio in stazione, va isolato per evitare che tutti i treni si muovano contemporaneamente all’erogazione della corrente sul binario.

Oggi esistono delle soluzioni di partenza (starter set) che permettono invece di iniziare subito con un sistema digitale: centralina di comando, controller, locomotiva con decoder. Il sistema digitale evita il problema dei cablaggi: ogni locomotiva ha un suo indirizzo unico e quindi non servono sezionamenti e si possono anche far circolare più convogli sullo stesso binario con velocità e direzioni differenti.

6. Chiedi ad un esperto

In ultima analisi ci si può affidare ad un esperto che può consigliare, progettare e realizzare il plastico ferroviario dei propri sogni! I nostri esperti sono a disposizione di ogni modellista e possono essere contattati all’indirizzo mail info@realmodels.it

 

 

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